6-4!: Macchè Yokohama, il mondo guarda a Barona
«È l’inizio di un ciclo!», sibila il kaiser nel sonno
Prendete il numero dei masculi e delle femminelle all’interno del primo anno del cattomaster di giornalassismo e dividetelo per due. Oppure considerate Roger Federer, il più grande ed eccelso tennista odierno – e per alcuni di tutti i tempi – e scoprite il punteggio dell’ultimo set del suo dodicesimo slam vinto. O ancora guardate le vostre mani, sempre che voi siate un nano con sei dita nella destra e quattro nella sinistra. Perché un nano? Ma è la stampa, bellezza!!
Insomma, 6-4, sei a quattro, ╣ a ╬ (*), è stato il roboante e annichilente risultato con cui i Rosatifofineriagliastrimombellihemingwayperuginocarnevali hanno rimandato all’esame di stato del 2010 i buffoli-simulatori del secondo anno e le loro pretese di grandeur. Alla Barona di Famagosta, mai partita fu più combattuta ma anche più nitida e crepuscolare nel suo verdetto: 6-4, con un Neri superlativo – 5 goal, ma merito dei compagni – e una difesa di ferro, oltreché un Fofa perfetto, tranne che in 4 occasioni. Grande anche MM: non si tratta della linea verde che ha poi riportato i nostri eroi in tripudio, ma del Matteo Momba, realizzatore della rete del “pareggio di transizione” (3-3). Onore al merito comunque anche ai poveracci del secondo anno, che, avendo uno stage in meno da giocare, difficilmente risaliranno la china. Straordinario il pubblico, che ha visto in MontaninoPasserinaLandoni un trio di cheer leaders di prima grandezza. La rivincita di certo non si farà giammai: basta infatti una partita sola, secca, assoluta, decisiva, una e trina in saecula saeculorum, per sancire la verità calcistica del master 2007-2008.
I festeggiamenti, cominciati in tutto il mondo (in Florida, a Mosca, ad Amsterdam e in Cina, dove risiedono folte tifoserie primoannistiche), sono forse continuati in qualche postribolo della Milano segreta e montaniniana, ma l’autore dell’articolo non ha avuto modo di parteciparvi. Il kaiser comunque in tarda nottata (parla spesso nel sonno) rilancia la propria candidatura come leader maximo e Gött nibelungico della squadra: «È l’inizio di un ciclo. D’ora in poi porterò la squadra intera a seguire tre lauree in due giorni prima delle partite!». Una nota stonata in tutto questo ben di dio prenatalizio, è però la definitiva morte ad libitum del simbolo di questa squadra-che-tremare-il-mondo-stampato-fa: la cicala ultimamente rantola in agonia e dà sempre meno segni di vita. Troppi sforzi e troppo frinire per far vincere il primo anno.
E stavolta Tundo non c’entra.
(*) 6-4 in lingua cicalesca.
Reverendo Salvo, Babbo Telonio
Nessun commento:
Posta un commento