Penne al dente

Blog "unofficial" degli studenti del master in giornalismo dell'università Cattolica di Milano. Commenti, foto e scemate varie di un gruppo di giovani (non tutti sono giovani ma va beh..) riempipagine dalle grandi aspettative.

sabato 27 giugno 2009




LUCO ARIOSO


IL MASTERANDO FAMOSO




1

Le donne, il tosco Neri, l’arme, gli amori
le cortesie di Sant’Agnese io canto
che furo al tempo che passò il Mario

di Tirren il giornale, e in Master oprò tanto,
omaggiando Lari e gl’inchiestici furori
di Scanno il re, e gettò il suo guanto
a cuore nero, restituì la fama d’Isolotto,
di Visetti ricercò il concetto ininterrotto.


2

Dirò d'Alberto in un medesmo tratto
cosa non detta in prosa mai né in rima:
che dai Balcan or con furore or con tatto,
uom divenne più esperto di camorre che prima;
sempre che da iutubbo non fosse distratto.
Se del suo ingegno terrà la giusta stima,
buon pro in un Esteri gli sarà concesso
e di tracce di Mladic trarrà un dì l’ingresso.




3

Piacciavi, generosa Melidia prole,

ornamento del donnamodernismo nostro,
aggradir in questo final che un po’ ci duole
il verso che darvi può l’umil servo vostro.
Quel che noi vi dobbiamo, posso di parole
pagare in parte e d'opera d'inchiostro;
ma la moda e le serate in via Orti sono
per chi patecipovvi inenarrabil dono.


4

Voi sentirete fra i più degni eroi,

che nominar con laude m'apparecchio,
ricordar Bordiga, che fu tra noi
d’Alpe catapultato col suo pennecchio.
L'alto valore e' chiari articol suoi
il “qui quo qua” che risuonò al mio orecchio,
la sparizione estiva, il dire “a luogo”
lo fe’ come in risotto aulente gruogo.





5

Mombello, che da tempo inamorato

è de la bionda Lulla e mena Iassi
in Società di Petti straviziata,
avea con gentile e rispettosa prassi
compagni d’arme a Italiamedia portato,
e sotto i temibili Colognei sassi
tra gente di Mediaset e trionfi di Spagna,
conduceva a puntino sua campagna;

6

per far d’aiuto a qualche primannante

porgendo a scarabocchi l’“altra guancia”,
avea tratto fatica estenuante
Lucia, assai più che a tener spada o lancia
brandite in saghe o in crociate sante:
sia eletta entro mese di bilancia!
Pazienza e cordialità in ogne tempo,
donna stupenda e per tutti esempio.





7

L’affiancò un anno bionda donna poi,

azzurra in viso, di musico parente:
Cecilia intendo, capoclasse a noi;
mise Fofa tra sé e cavalier servente.
Di campano e chietina amici suoi

l’onore salverebbe con fendente.
Il rado sorriso, quand’appar, è bello
– tesoro in primis per il suo mombello.


8


Nata di laborar sì poco avara
mamma Orny, della Bosnia araldo;
affrontava la “queste” alla luce chiara
d'augusto Sole col suo dorso caldo.
Tra terre di mezzo e L’Aguglia amara

temprava la sua penna in stilo saldo
e un futuro “orianico” già si staglia
per temeraria donna sinigaglia.





9

L’altro Tosco, accuffiato tra gli accessi,
intercalando “Deh” abbellìa giornata;
giocando in porta garantì successi.
Da scapigliatura fu suo nome dato
e al par della simpatia qui si confessi
la sua parsimonia – ben sa l’amata! –
Sia perenne omaggio al catt-comunistone:
v’è nostalgia già del Fofesco panzone.


10

Muove poi a destra sinica donzella
ch'ebbe palma di Miss senz’altra erede,
dell’Internazional salìa in sella,
e in suo staggio Anseggia, Olimpo vede,
presaga a Roma di rifulger stella.
Baluardo fu qui di cristiana fede.
E mentre si dilegua or or mastèr,
sembr’ella avere nuovo cavalier…




11

Indossò corona, spargea i capei,
leggiadrò nel “taste”, Pavesin qual scudo:
grazia più soave pinger non saprei.
Tardava pudìca dianzi al docer crudo!
Timida pastorella mai tra i Bormiei
volse piede ratta inanzi a serpe crudo
come fé Bea che tosto l’“Ego” torse,
quando in nuovo mondo la Melona morse.


12

C’era poi lui, quel fan di Eduardo,
figliuol di Palma, signor di Montanino,
che sovente nel gorgheggiar gagliardo
dilettava e fu di gossip gazzettino.
All’Auricchio drizzò indi il guardo
– a volte malinconico se non gattino –
e di pulcinella diffuse l’effigie:
a lui un monumento qui si erige.





13

Ciu, Charles, Holmes – tutto quanto il gregge
reinventò e pur ‘na bambola Beata,
Paolone Frentano, dottore in legge
cui tiran calcio e l’arte Bowica in-cantata:
talor prevaricante, talor la barca regge
come quando ricacciò la Vitt-odiata.
All’Ansa imparò lo schermir a razzo
che or Scaispò gli possa cacciar il c….


14

De la contea che chiamasi pioltella
venìa a tenzon alata peregrina,
nove nel segno, avvenente gazzella
cielo o mare negli occhi s’avvicina.
Escogitò regali, la prima soirètella
e l’amazzonico drappello in C trascina.
Tra viaggi e teacherismi, or rosso crine.
Serbato le sia mio omaggio incline.




15

Dalla Sicilia al Russo vasto Impero
dalla Bocconi alla moskovia Ansa
traversò Scannia Peppino Trapanero,
cavalcando poesie e numismatica danza.
Caparbio nel difender suo pensiero
come farebber Malaparte o Pansa,
Per primo lasciò nostra compagnia:
al suo agenziar tintinni campanella mia.

16

E benché fosse scortese e d’idee fisse
prodigo nei vini ma anche nel bibére,
tutti i più fighi a inizio d’anno sconfisse
chè nelle sembianze fu del master messere.
«I videogames son la strada», si disse
e verso Luino Pwi scelse di muovère.
L’informatico saper, assai prezioso,
gli sia maestro a un avvenir radioso.




17

A Libero condusse sua battaglia
Perugin, di littorici valori,
inimico di marxista [canaglia*].
Felix Lucania che gli concesse albori!
È più giovin, coi Polli si travaglia,
ma “rende” più di tutti nei lavori.
Offeso al Corsera, sul Foglio citato
alla Venezian Porta par proprio destinato!
[* licenza cicciopoetica]

18

Nome di terra, chioma che va lontano,
Gaia di sua beltà ci fece onore.
Per lei s’affaticàr gran pezzo invano
molti guerrier a conquiderne il cuore,
ma con l’arme scrittoria salda in mano
sol a scriber rivolgea il proprio ardore.
A lei risale genìa di compact dischi
che all’infinito legheràcci come vischi.




19

Imperador di possanza e sanza affanno,
wagneriano, sportòfilo, historicista,
raggiungerà un konzert der capodanno
dai countryci vati che son la sua playlista.
Stefàn fu leader in sfide allo altro anno
e fendea gli alisei motociclista.
Dalla battuta ficcante, ma educato,
che il prossimo regno lo fea tutto scimmiato.


20

Infine in questo master che svanisce
– liete memorie ed “Onori” il tempo ghermisce –
il vostro Pasquin si sdilinquisce
per aver spartito vostr’armi lisce.
Son poetastro misantropo e a strisce
– cuchi, cene, bestemianti pisce:
Non crediate finito il tempo degli Hemingw(a)i
rimarrete ognor PROFUGHI FIAMMINGHI!!!!!!!!










TORNATA o COMMIATO

21

E or sipario Dupplicato tutto D’Int(r)o-r-no.
superno pollice Dito darò e oMaggi
al Lucchese o ai Cremonesi dell’anno di noi disadorno.
De-l- Giorgio e dei Graziani prossimi si saggi
il bene, anche se a noi Scurati nel contorno.
un Petito Torrente solare in tanti raggi
illumini invece chi a sant’agnese avrà ritorno:
a Lor eto’o, gheddafi, noemi
sian anco del magzine i caldi temi.


22

e come si fa, con fiabe di Nana o Monaco
o con di Zan-z-otto i versi, egual lettura,
così Li unirà in un sol intonaco
della tutora – le auguriam non sola! – la premura.
la Donno, i cavalier, l’armi, gli amori,
Battaglia e Scanni altro fabbro or curi.
Usai ottave e qui si taccia favella:
Zu Zu, io vi congedo. Bush è mica più in sella.